E’ ufficialmente iniziato, purtroppo. Giornata grigia, piovosa, umida. Che palle! Si sa, detesto questo tempo.
Se per di più c’è nel fine settimana…
Ieri giornata passata a fare lavori di casa. Non la mia, che ancora non ho (astenersi da commenti ironici e simili, please), ma la casa dove sono cresciuto.
Tra le altre cose c’erano da fare un po’ di collegamenti elettrici.
Adesso, è risaputo che io con l’elettrotecnica non ci sono mai andato troppo d’accordo. Quando poi si tratta di lavorare in posizioni e posti scomodi, mi girano ancora di più del solito. Comunque, dopo varie imprecazioni, ho fatto tutti i collegamenti necessari e tutto funziona. Ci sono piccole cose da sistemare ma le farò in settimana, visto che stamattina mi ci sono messo e ho preso una bella scossa. Così, tanto per gradire.
Avrei potuto chiamare l’amico ferrato in materia, ma è in vacanza con la moglie alle Maldive. Prendete un po’ di sole anche per me.
Dopo aver letto le peripezie dell’amico Carmine (vedi link a lato), ho potuto constatare che un po’ dappertutto le cose vanno allo stesso modo. Ossia il capo sbraita, strepita, si incazza, fa casini, e poi tu devi risolverli. Dopo averlo fatto, magari ti senti pure la critica per come hai gestito la situazione (che al capo di turno non va nominata neanche con metafora).
Questa settimana è stata dura per la pazienza. Con la nausea che saliva al vedere certe scene tragicomiche, se non fosse che ne fai parte. Mi sa che l’ufficio dove lavoro viene visto come la discarica. Quello che gli altri non vogliono fare arriva a noi, anche se poi ci dicono che non dobbiamo farlo. Mah!
Il capo che passa ore a spiegare a una persona cose che dovrebbe, se non altro dopo decenni di lavoro, avere appreso per averle viste migliaia di volte. Se noi dell’ufficio facciamo la minima domanda, se va bene siamo rompicoglioni…
Vabbè, non è il momento di colpi di testa (cioè adesso niente testate).
Evitiamo quindi di fare domande.
Intanto fuori continua a piovere…