Comunque, mentre eravamo lì ad aspettare che il gusto alla fragola fosse pronto (i nipoti vogliono solo quello…) abbiamo fatto una chiacchierata.
E mentre chiacchieravamo, abbiamo visto un gruppetto di ragazzi, adolescenti, che tornavano dalla piscina.
Cinque, sei amici che trascorrono l’estate a Limbiate. Probabilmente i loro genitori devono lavorare e loro passano il tempo andando in piscina. Alla loro età, la piscina di Limbiate era “Il Gabbiano” e starci fino a sera poteva essere problematico, ma si faceva. Così come si usciva la mattina in bicicletta, con uno zaino, un paio di panini e una bottiglia d’acqua e si andava nel parco delle Groane, nei boschi di S. Andrea.
Tornando a casa ho incrociato due bambini che giocavano con le loro biciclette sulla copertura del Garbogera. Vediamo chi frena dopo, verso le barriere. Occhio ragazzi. Io e Fabio, in questo modo, ci siamo schiantati in via S. Giorgio. E poi ci siamo rialzati, ridendo come matti, pieni di graffi e sbucciature, di fronte a una vecchietta che scuoteva la testa…
Certe cose non cambiano. E questo mi fa piacere. I ragazzi sono sempre gli stessi. Basta stare in compagnia, scambiare quattro chiacchiere e passare la giornata insieme. Tanti rimangono a Limbiate, l’ho già detto. E la città vive, nelle strade, nelle corti, in piscina, nei (pochi) parchetti rimasti, dove ancora si gioca a calcio. E ha tanto da raccontare. Basta saper ascoltare.